Il Fotografatore PoP e i consigli dell'esperto: tra covid e inquinamento riusciremo a sopravvivere?

23.09.2020 12:55

La pandemia del 2020 non poteva certo lasciare indifferente il fotografatore PoP. L’impossibilità di sciamare in gite domenicali, l’annullamento di eventi e cerimonie, le preoccupazioni assortite e un certo malcelato nervosismo hanno di fatto azzerato l’attività fotografica.

Fin qui, niente di nuovo.

Con i primi segnali di ritorno alla cosiddetta vita normale, la gente ha ripreso a muoversi, ma in molti alberga una certa preoccupazione. Un senso di vulnerabilità ci appesantisce: siamo così fragili, la nostra salute è così labile…

 Il fotografatore PoP al pari di miriadi di altri appassionati, dopo una leggera alzata di spalle ha sguainato nuovamente la sua attrezzatura fotografica e pian piano ha ripreso confidenza con tempi e diaframmi.

E anche fin qui, niente di nuovo.

L’estate ha portato con sé, oltre al caldo, anche un imprevisto affollamento di eventi precedentemente rimandati e la produzione fotografica ha visto un’impennata iperbolica. Ebbro di entusiasmo, il fotografatore PoP si è dato da fare senza risparmiarsi e con un rinnovato entusiasmo.

Capita così che in uno dei giorni più torridi di questa estate, il nostro sia intento a svolazzare leggiadro attorno a una coppia di sposini che sembrano due cioccolatini (nel senso che si stavano sciogliendo al sole). In uno scenario da favola, tra un cambio di obiettivo e l’altro si avvicina una signora di una certa età.

Copiosamente sudata, elegante e con la sua mascherina abbinata all’abito sgargiante.

Mantiene le distanze e si schiarisce la gola prima di parlare.

“Senta, lei che mi sembra ben esperto, vorrei farle una domanda. Sa, sono appassionata anch’io di fotografia ma sono alle prime armi”

Ahi, penso, vorrà parlarmi di marchi o peggio ancora di mirrorless… Vabbè, mi dico, la pandemia ci ha resi più solidali. Darle un consiglio non mi costa nulla.

“Mi dica pure, carisssima”

“Vede, io ho una schedina SD che non funziona più. Secondo lei, devo smaltirla portandola all’ecocentro?”

Mi ha sorpreso, lo confesso. Ma mi riprendo rapidamente.

“Guardi signora, secondo me con quello che spende di benzina non le conviene andare all’ecocentro per una schedina”

“Certo –mi incalza- capisco il suo punto di vista, ma io vorrei smaltirla senza inquinare. La salute è un bene prezioso! Specialmente di questi tempi”

“Allora potrebbe conferirla –dico proprio così- nel sacco di plastica e metalli”

“MA E’ MATTO? Nella plastica e metalli ci vanno solo imballi e non oggetti!”

Con fare vergognoso mi scuso e provo a rilanciare:

“Allora non rimane che il secco…”

Non l’avessi mai detto!

“MA STA SCHERZANDO??? Il secco finisce tutto nell’inceneritore. E noi ci respiriamo tutto! Coi tempi che corrono già siamo a rischio!”

E’ entrata in una sorta di trance agonistica. Immarcabile.

“Se la butto nel secco, io questa schedina finisco per respirarmela. E  io non voglio respirarmi la plastica perché io alla mia salute ci tengo! Lei faccia pure come crede ma io nel secco ci butto solo i mozziconi delle mie sigarette!”